È stata pubblicata ieri l’opinione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) riportante indicatori dei livelli di antibiotico-resistenza e di consumo di antibiotici negli umani e negli animali da reddito. L’opinione riporta un set di indicatori cui gli Stati membri possono far riferimento per valutare l’efficacia delle azioni svolte in ambito nazionale per ridurre l’uso di antimicrobici e combattere i fenomeni di antibiotico-resistenza.

Antonia Ricci, direttrice del Dipartimento per la sicurezza alimentare dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), è chair del Panel BIOHAZ dell’EFSA, il gruppo di esperti sui pericoli microbiologici che ha guidato la stesura del documento.

“La richiesta di definire degli indicatori specifici, validi su tutto il territorio UE, è derivata da un preciso mandato della Commissione europea e sottolinea l’importanza di affrontare in modo condiviso il fenomeno dell’antibiotico-resistenza. La preparazione del documento ha messo insieme, in un lungo e approfondito lavoro interdisciplinare, le specifiche competenze di EFSA, EMA ed ECDC per garantirne affidabilità e efficacia. La prossima sfida è rendere l’utilizzo degli indicatori pratica quotidiana nel controllo e nella valutazione delle attività svolte sui rispettivi territori nazionali per ridurre la resistenza e il consumo di questi farmaci, in veterinaria, come in medicina umana”.

Gli indicatori tengono in considerazione le specificità del fenomeno sia in medicina umana che in medicina veterinaria e si basano sul consumo di antibiotici e della relativa resistenza al livello comunitario, ospedaliero e nel settore degli animali da reddito. La definizione degli indicatori si è basata su dati raccolti in precedenza attraverso le reti di monitoraggio attive a livello europeo.

Esempi di indicatori per la valutazione della resistenza antimicrobica in medicina umana sono la percentuale di Staphylococcus aureus resistenti alla meticillina (MRSA) e quella di Escherichia coli (E. coli) resistenti alle cefalosporine di terza generazione. In ambito veterinario, invece, un indicatore per gli animali da reddito è la percentuale di E. coli suscettibili o resistenti a una serie di antimicrobici. In termini di consumo gli indicatori principali suggeriti sono rispettivamente il consumo umano di antimicrobici e le vendite complessive di antimicrobici veterinari.

L’IZSVe ha sviluppato negli anni una specifica attività per l’antibiotico-resistenza, definendo specifiche attività diagnostiche e d’indagine per monitorare l’antibiotico-resistenza in batteri patogeni per l’uomo e per gli animali, nonché specifiche attività a livello della produzione per favorire l’uso consapevole del farmaco in medicina veterinaria.