Nella giornata di sabato 27 giugno 2020 il Centro di referenza nazionale per la rabbia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha isolato un Lyssavirus su un campione di cervello di gatto, inviato dall’Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana (IZSLT). Il campione era stato prelevato a seguito della morte del gatto, che aveva precedentemente morso la proprietaria residente nel comune di Arezzo.

Il virus isolato appartiene a Lyssavirus tipici dei pipistrelli ed è diverso dal virus della rabbia classica. Prima di questo caso, questo specifico Lyssavirus era stato rinvenuto una sola volta, a livello mondiale, in un pipistrello del Caucaso nel 2002, senza che ne fosse mai stata confermata la capacità di infettare animali domestici o l’uomo. La rabbia classica è generalmente trasmessa dai carnivori domestici e selvatici e gli ultimi casi erano stati segnalati in Italia nella volpe rossa, dal 2008 al 2011. L’Italia è ufficialmente indenne dal 2013.

Sulla base dell’esperienza maturata da casi simili in altri Paesi, per virus analoghi la capacità di trasmissione dal serbatoio naturale ad un’altra specie rappresenta un evento estremamente limitato, a cui non fa seguito una diffusione epidemica. Attualmente, non ci sono evidenze di trasmissione da animale a uomo. A titolo precauzionale, le persone che sono state a contatto con il gatto risultato positivo all’infezione sono state sottoposte a profilassi post-esposizione.

Gli approfondimenti epidemiologici, richiesti dalla tipicità e dalla novità del caso, hanno determinato la costituzione presso il Ministro della Salute, di concerto con la Regione Toscana, di un gruppo tecnico scientifico che si è riunito domenica 28 giugno 2020, con la partecipazione di esperti e Istituzioni locali e nazionali.

Comunicato della Regione Toscana »