Da dicembre 2014 negli Stati Uniti sono stati identificati numerosi focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità confermati dai laboratori del servizio veterinario nazionale del dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America (USDA).
Sono stati riportati numerosi focolai di infezione che hanno coinvolto milioni di volatili di allevamenti industriali di tacchini e ovaiole. I virus sono stati inoltre isolati anche da volatili selvatici e animali da cortile. I focolai sono localizzati principalmente in corrispondenza della rotta di migrazione che interessa il Pacifico, l’America Centrale e la zona del Mississippi. Gli aggiornamenti sulla situazione epidemiologica statunitense sono disponibili sul sito web dell’USDA.
I CDC – Centers for Disease Control and Prevention, autorità sanitaria di riferimento, hanno assicurato che il rischio di infezione per l’uomo è basso. Non sono stati segnalati, infatti, casi di contagio nella popolazione umana né in America, né in Canada, o a livello internazionale. Inoltre, è esclusa la trasmissione dell’infezione con il consumo di pollame e prodotti derivati.
Misure di sorveglianza sanitaria sono state messe in atto nel Paese al fine di controllare le movimentazioni di avicoli, i mercati di uccelli. Ai proprietari di volatili è stato raccomandato di rispettare strettamente le misure di biosicurezza e di riportare ai servizi veterinari eventuali cambiamenti nello stato sanitario dei propri animali.
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