La variante delta del virus SARS-CoV-2 in Veneto ha una prevalenza del 97,2%. È questo il dato che emerge dell’ultima indagine rapida condotta dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) sulla prevalenza delle varianti di SARS-CoV-2 e coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Sono stati analizzati e sequenziati i genomi completi di 144 campioni positivi SARS-CoV-2, provenienti dai laboratori di microbiologia delle Ulss venete, notificati il 20 luglio 2021. I virus presenti nei campioni appartengono a tre varianti diverse, di cui due VOC (variants of concern, variante preoccupante) e una VOI (variants of interest, variante di interesse):- 140 delta (B.1.617.2), VOC
- 3 alfa (B.1.1.7), VOC
- 1 (B.1.621), VOI – variante inizialmente identificata in Colombia
Anche i campioni analizzati per l’attività routinaria nell’ambito del monitoraggio regionale (periodo 7-19 luglio) confermano questa tendenza: su 188 campioni sottoposti a caratterizzazione dell’intero genoma, 178 sono stati caratterizzati come variante delta, con una prevalenza pari al 94,7%; 10 campioni appartengono invece alla variante alfa (prevalenza 5,3%).
“L’avanzamento della variante delta è sorprendente – dichiara la DG Antonia Ricci – ha praticamente soppiantato la variante alfa (inglese) in poche settimane, ma è un dato che ci aspettavamo. In un mese siamo passati da una prevalenza dell’11% al 97% di oggi: siamo di fronte a una variante altamente contagiosa che si diffonde rapidamente.
La vaccinazione sta impedendo che i ricoveri e i decessi crescano con la stessa rapidità, e la diminuzione dei contagi che stiamo vedendo in questi giorni nel Regno Unito dimostra chiaramente l’efficacia della campagna vaccinale. È importante in questa fase vaccinare anche i giovani, che oggi sostengono la circolazione del virus”.