La raccolta standardizzata di dati sulle perdite invernali delle colonie di api, ossia quelle perdite che si verificano tra l’1 di ottobre e l’1 aprile, viene condotta a livello nazionale tramite la somministrazione agli apicoltori del questionario COLOSS. I dati nazionali, integrati con quelli di altri paesi europei ed extra europei, per un totale di 37 Stati partecipanti, vengono analizzati annualmente per comprendere meglio i fattori di rischio associati alle perdite invernali delle colonie di api.
Le perdite invernali possono essere attribuite a diversi fattori:
- problemi legati alla regina, come la mancanza di una regina (colonie orfane) o la presenza di una regina fucaiola;
- calamità naturali, tra cui tempeste, nevicate, inondazioni, danni causati da animali selvatici, furti, ecc.;
- alveari morti o spopolati”, che include colonie decedute a causa di debolezza (ad esempio per mancanza di cibo, morte per virus o per infestazione da Varroa).
Quest’anno in Italia, 564 apicoltori hanno partecipato al sondaggio, distribuiti in 13 regioni, 47 province e 331 comuni (le regioni Calabria, Molise, Sardegna, Basilicata, Umbria e Valle d’Aosta non hanno partecipato al questionario). Nella primavera 2023 il numero di colonie degli apicoltori che hanno risposto al questionario era pari a 8.630 (di cui 5.471 con regina nuova). Al 1 ottobre 2023, sono stati invernati 10.247 alveari, distribuiti in 984 apiari.
Le perite di colonie invernali hanno colpito la maggior parte degli apicoltori (63,4%), interessando sia apiari di piccole sia di medie/grandi dimensioni. Il 18,1% (1.856) delle colonie invernate non è sopravvissuto all’inverno, valori in linea con le perdite registrate durante l’inverno 2022/2023 (17,1%, 1.497/8.778). Delle colonie che non hanno superato l’inverno, circa il 62% risultava morto o spopolato, il 35% ha manifestato problemi alla regina e il 3% è stato perso a causa di calamità naturali.
Nella primavera 2024, il numero di colonie è risultato inferiore del 43% rispetto alla primavera 2023 e, inoltre, un terzo delle colonie rimanenti si è rivelato debole. Ciò comporta un notevole investimento da parte degli apicoltori, sia in termini di lavoro sia economico, per ripristinare il numero e la forza delle colonie.
Il controllo dell’infestazione da Varroa destructor
L’86% degli apicoltori che hanno risposto al questionario effettua il monitoraggio (stima del grado di infestazione dell’arnia) per il controllo dell’infestazione da Varroa destructor.
La quasi totalità (98,8%) dei rispondenti effettua gli interventi per il controllo dell’infestazione, realizzando in media 5 interventi concentrati nel periodo estivo e autunno/invernale. Le strategie di intervento più comuni includono sia metodi farmacologici, come il trattamento farmaci a base di acido ossalico per gocciolamento o sublimazione, sia metodi meccanici, come la rimozione della covata da fuco, l’uso di favi trappola, la rimozione completa della covata e il confinamento della regina.
La partecipazione al questionario COLOSS
Lo sforzo congiunto del Centro di referenza nazionale per l’apicoltura, degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, delle AULSS e delle associazioni di apicoltori nella diffusione del questionario e nel coinvolgimento degli apicoltori ha portato ad un significativo incremento del tasso di risposta, registrando un aumento di quasi il 16% rispetto all’anno precedente (da 486 partecipanti nel 2023 a 564 nel 2024).
Tuttavia, gli apicoltori che hanno partecipato al questionario rappresentano solo lo 0,72% della popolazione totale di apicoltori in Italia. Per questo motivo, nell’edizione 2024/2025 del questionario, gli obiettivi saranno:
- coinvolgere tutte le regioni e province autonome del territorio nazionale;
- incrementare ulteriormente la partecipazione al fine di raggiungere un campione più rappresentativo della popolazione di apicoltori pari a circa il 9% del totale.
Ringraziamenti
Si ringraziano tutti gli apicoltori che hanno dedicato il loro tempo nel rispondere alle numerose domande del questionario COLOSS 2023/2024. Si ringrazia inoltre il Dr. Robert Brodschneider dell’Università di Graz (Austria), che ha messo a disposizione il questionario da lui predisposto in lingua tedesca, a cui hanno risposto numerosi gli apicoltori della provincia di Bolzano.