Uno studio dell’IZSVe propone una combinazione sperimentale di diagnostica veterinaria di precisione e metabolomica, efficace e sostenibile, a supporto degli allevamenti avicoli
La colorazione della pelle di pollo, o più correttamente la sua pigmentazione, dipende dall’alimentazione degli animali, e quindi dall’apporto nutrizionale dei mangimi che vengono loro somministrati. Uno studio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), pubblicato su Poultry Science, ha messo in luce la correlazione fra cambio dell’alimentazione e colore della pelle, mostrando come la leggera variazione dei nutrienti può avere conseguenze anche sulla pigmentazione dei polli. In particolare, in polli di allevamento non pigmentati sono presenti variazioni dell’assorbimento di alcune componenti della razione. I ricercatori del Laboratorio di chimica sperimentale (SCS8), in collaborazione con il Laboratorio di medicina aviaria (SCT1), ha messo a punto un metodo metabolomico per verificare il mancato assorbimento di pigmenti naturali nei polli ed evidenziarne le possibili cause.
Il punto di partenza per rispondere al quesito è rappresentato dal contesto produttivo. La gestione attenta delle caratteristiche genetiche, ambientali e alimentari ha permesso al settore avicolo di produrre, nel tempo, grandi quantità di mangimi ricchi di proteine e altamente standardizzati in termini di valori nutritivi, colore e dimensioni, a costi competitivi.
Talvolta sono le logiche di mercato, come per esempio le fluttuazioni dei prezzi degli ingredienti, a condizionare la formulazione delle razioni alimentari, con potenziali conseguenze sull’assorbimento dei nutrienti. Mentre l’apporto energetico e la quantità lorda di proteine, grassi e fibre vengono mantenuti costanti, i rapporti dei principi nutritivi (grassi saturi, grassi polinsaturi, carboidrati, ecc.) e le concentrazioni di vitamine e minerali possono variare. In alcuni casi, ciò può determinare un’alterazione della capacità di assorbimento, con conseguenze sull’equilibrio omeostatico dell’organismo. Il crollo o la forte alterazione del sistema omeostatico può infine comportare variazioni rilevabili nel prodotto finito (carne di pollo e uova).
Per fortuna, sostenibilità, precisione e tecnologie intelligenti stanno diventando i pilastri fondamentali dell’allevamento del prossimo futuro, con risvolti sia sulla salute animale che sulla salubrità degli alimenti, ma anche e soprattutto per il benessere degli animali. L’analisi sperimentale si è dimostrata efficace nel fotografare i cambiamenti metabolici negli stati iniziali di malassorbimento dei pigmenti naturali, che stavano avendo conseguenze sulla pigmentazione dei polli.
L’aggiunta di pigmenti naturali nei mangimi è una pratica comune negli allevamenti di polli, regolamentata a livello europeo. Fra i pigmenti naturali più comunemente utilizzati nell’industria avicola ci sono le xantofille, in particolare luteina e zeaxantina, carotenoidi con attività di vitamina A estratti dai petali dei fiori di Tagetes. Gli animali acquisiscono questi pigmenti con i mangimi, ed il loro assorbimento efficace è garantito dalla presenza di grassi saturi, che inglobandoli in micelle ne facilitano la biodisponibilità e il conseguente immagazzinamento nello strato adiposo sottocutaneo, nel petto, nelle cosce e nella pelle.
I ricercatori hanno osservato che i tessuti dei polli non correttamente pigmentati erano caratterizzati da bassi livelli di vitamine E, A e K2 ad azione antiossidante nei tessuti ed eccesso di grassi polinsaturi nella dieta. Cogliendo le variazioni in termini di vitamina E, A e K2 assorbite e mettendo in luce l’eccesso di lipidi ossidati nei polli non correttamente pigmentati, è stato possibile fornire un rapido supporto per l’allevamento avicolo nel caso di una mancanza/riduzione di pigmentazione dei propri polli, in modo poter mettere in atto azioni correttive nel breve periodo. L’impiego della metabolomica si è rivelato quindi efficace per diagnosticare con precisione i dismetabolismi negli avicoli, potenzialmente utilizzabile anche in altri settori zootecnici.
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