Gli avvelenamenti degli animali rappresentano una sfida complessa che non riguarda solamente la vita e il benessere degli animali domestici e selvatici, ma si ripercuote anche sulla salute umana e sulla sicurezza del territorio. Nonostante le numerose azioni a livello normativo e l’istituzione nel 2019 del Portale nazionale degli avvelenamenti dolosi degli animali, gestito dal Centro di referenza nazionale per la Medicina Forense Veterinaria (CeMedForVet) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana, il fenomeno è ancora presente sul territorio.
Per la prevenzione dei casi di avvelenamento, sia accidentali che dolosi, l’elemento umano gioca un ruolo cruciale: corretti comportamenti da parte dei cittadini e un’adeguata consapevolezza sul tema sono elementi chiave per limitare il fenomeno. Accanto a questo è necessario che le autorità sanitarie e giudiziarie coinvolte nella gestione degli avvelenamenti operino in modo sinergico e standardizzato, al fine di risolvere i casi in modo tempestivo a garanzia della salute pubblica.
I numeri degli avvelenamenti a Nordest
Il contesto epidemiologico di riferimento è quello del Nordest (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto-Adige), su cui l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha competenza territoriale. Nel 2020 sono stati conferiti all’IZSVe 304 casi sospetti di avvelenamenti negli animali e 180 esche sospette, mentre nel 2021 si è passati a 296 casi negli animali e 179 nelle esche. La percentuale di casi confermati nel 2021 è stata del 36,8% per gli animali e 39,1% per le esche.
In generale cani e gatti sono i più colpiti: insieme rappresentano l’85% dei casi sospetti (43% cane e 42% gatto) e l’83% dei casi confermati (47% cane e 36% gatto). Gli altri animali più coinvolti sono stati la volpe (4% dei sospetti e 8% dei positivi) ed i volatili (4% sospetti e 2% positivi).
Uno studio sociale sul fenomeno degli avvelenamenti
Per raccogliere la complessa sfida degli avvelenamenti animali è importante: 1) conoscere e analizzare il punto di vista dei diversi attori coinvolti nella segnalazione e nella gestione dei casi di avvelenamento sul territorio; 2) individuare le criticità associate al processo e raccogliere indicazioni di miglioramento.
Sono questi gli obiettivi di uno studio sociale condotto dall’Osservatorio IZSVe nel contesto del progetto di ricerca RC 11/20 “Strumenti di profilazione geografica e di operatività sul campo a supporto delle misure di prevenzione e repressione degli avvelenamenti dolosi negli animali – GEOCRIME”, svolto in collaborazione con il CeMedForVet.
Lo studio dell’Osservatorio IZSVe si è articolato in due fasi. Nella prima fase sono stati realizzati un focus group con medici veterinari e alcune interviste individuali con i referenti territoriali delle forze di polizia e forestali, per raccogliere dati sulle esperienze dirette e le percezioni di coloro che si trovano in prima linea nella gestione degli avvelenamenti. Nella seconda è stato distribuito un questionario semi-strutturato ai medici veterinari pubblici e liberi professionisti che hanno segnalato casi sospetti attraverso il Portale avvelenamenti, per analizzare le criticità associate alla segnalazione e gestione dei casi di avvelenamento, alle procedure da attivare in caso di sospetto, ai ruoli delle diverse figure coinvolte e alle loro esigenze informative.
Migliorare il sistema di segnalazione e gestione dei casi
Le forze di polizia locale si trovano a fronteggiare una molteplicità di casi diversi nelle aree interessate dal fenomeno, come spargimento di bocconi in suolo pubblico, bocconi introdotti all’interno di proprietà private, eventi isolati e con una reiterazione temporale discontinua. Altri aspetti possono incidere sulla forza dell’intervento messo in atto dalla polizia locale, come per esempio la difficoltà di effettuare un adeguato monitoraggio del territorio e raccogliere indizi concreti per l’individuazione dei responsabili.
Anche i medici veterinari sottolineano che l’individuazione e la segnalazione del caso e dell’area, assieme alla raccolta e al conferimento dei campioni, sono le fasi più difficili da gestire in caso di sospetto avvelenamento. L’attivazione del Portale avvelenamenti ha portato dei cambiamenti positivi, primo fra tutti la semplificazione della procedura di segnalazione; tuttavia i veterinari richiedono di potenziare le attività di formazione sulla gestione dell’iter, e di avere maggiori informazioni sulle funzioni del Portale per facilitarne l’utilizzo.
Per migliorare la gestione del fenomeno, sia le forze dell’ordine che i medici veterinari concordano nell’attribuire livelli di gravità alle diverse fattispecie. Nella prassi c’è già la distinzione tra evento su suolo pubblico o privato, e tra evento isolato o reiterato, e in relazione al contesto si attivano operazioni di bonifica e di indagine di tipo diverso. Classificare i casi e uniformare le procedure operative nei diversi contesti territoriali potrebbe favorire una omogeneità nei comportamenti e nelle azioni intraprese per meglio contrastare il fenomeno.
Attualmente, la frammentazione del processo, con limitate conoscenze da parte degli attori istituzionali sulle azioni svolte dagli altri operatori coinvolti e sul loro esito, alimenta la percezione di una ridotta efficacia del processo nell’individuare i responsabili di questi atti dolosi. A questo proposito è stata evidenziata la necessità di un maggiore coordinamento e di una comunicazione più efficace tra le varie istituzioni coinvolte. Più in generale, risulta importante la definizione di una strategia condivisa e l’adozione di procedure operative il più possibile standardizzate, al fine di garantire una risposta rapida e coordinata.
Formazione e comunicazione per la prevenzione degli avvelenamenti
Una delle maggiori difficoltà per gli operatori è di riuscire a distinguere tra avvelenamento doloso e accidentale, primo passo fondamentale per la scelta dell’iter da seguire nella gestione dei casi. Secondo i partecipanti all’indagine dell’Osservatorio IZSVe, questa problematica nasce dalla scarsa consapevolezza da parte dei cittadini in merito alla pericolosità di sostanze di uso comune, come pesticidi e rodenticidi, che possono condurre a incidenti se utilizzate in modo superficiale. Pertanto, rafforzare i programmi di formazione e comunicazione pubblica è fondamentale per sensibilizzare i cittadini rispetto al corretto uso di queste sostanze.
Negli ultimi anni l’IZSVe ha promosso alcune iniziative per far crescere la cultura della prevenzione degli avvelenamenti, tanto fra gli operatori quanto fra i cittadini. Nel 2022 è stato organizzato un convegno sull’applicazione delle misure nazionali di controllo a cui hanno partecipato medici veterinari pubblici e liberi professionisti, oltre a figure di ufficiali di polizia giudiziaria quali carabinieri forestali, agenti forestali, polizia provinciale, polizia locale e guardie zoofile.
Contestualmente, sono stati sviluppati alcuni strumenti di informazione e divulgazione, tra cui l’aggiornamento di un opuscolo sugli avvelenamenti animali e la pubblicazione di due video: uno relativo alla gestione del portale avvelenamenti, destinato ai medici veterinari, e uno su come contrastare il fenomeno degli avvelenamenti, indirizzato al pubblico generale. Inoltre, alla luce delle osservazioni raccolte, sono state aggiornate le modalità di gestione dei casi forensi conferiti all’IZSVe, migliorando così il protocollo operativo in vigore.
Una sfida da affrontare in sinergia
Lo studio dell’IZSVe ha evidenziato una serie di sfide complesse e ha offerto spunti interessanti per migliorare il sistema di gestione degli avvelenamenti. Ne è emerso un quadro chiaro di conclusioni concordi: dal rafforzamento del sistema di segnalazione e prevenzione, al potenziamento della formazione e della comunicazione tra le diverse istituzioni coinvolte. Un punto, quest’ultimo, che prevede un ruolo attivo dei medici veterinari non solo come professionisti che gestiscono gli avvelenamenti, ma anche come figure chiave nella sensibilizzazione e nell’educazione della comunità.
Tutti sono concordi sull’urgenza di un approccio integrato e cooperativo nella lotta contro gli avvelenamenti dolosi degli animali. Affrontare queste sfide richiede un impegno congiunto tra medici veterinari, forze dell’ordine, amministrazioni locali e comunità, al fine di garantire la sicurezza degli animali, la salute pubblica e la tutela degli ecosistemi. Il cammino da percorrere è ancora lungo, ma le indicazioni provenienti dalla ricerca offrono una direzione chiara e strategie praticabili per proteggere la salute pubblica.