Alcuni degli antimicrobici più utilizzati per il trattamento della sindrome respiratoria bovina (Bovine Respiratory Disease, BRD) potrebbero non essere efficaci nell’inibire la crescita di Mycoplasma dispar, uno dei patogeni che può essere coinvolto nello sviluppo di questa sindrome diffusa tra i bovini da carne e i vitelli da latte, causa di perdite di produttività rilevanti per gli allevamenti.
A dirlo è uno studio svolto da ricercatori dell’U.O. Micoplasmi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), che hanno analizzato i livelli di Minima Concentrazione Inibente (MIC) – ovvero la più bassa concentrazione di una sostanza antimicrobica capace di impedire la crescita di un batterio – per alcuni dei principi attivi più utilizzati per il trattamento della BRD, testandoli in laboratorio su 41 isolati di Mycoplasma dispar collezionati tra il 2011 e il 2019. La ricerca è stata pubblicata di recente sulla rivista scientifica Antibiotics.
Per curare la BRD si implementano trattamenti basati sull’utilizzo di diversi antimicrobici. Queste terapie però, oltre a comportare costi elevati per l’allevatore, possono favorire l’insorgere di fenomeni di antibiotico-resistenza tra i patogeni coinvolti. Uno di questi è proprio Mycoplasma dispar, un Mollicutes che, a differenza del più noto M. bovis, è ancora poco studiato per quanto riguarda la sua sensibilità ai principi attivi maggiormente impiegati nel trattamento della BRD.
Nello studio condotto dall’IZSVe più della metà degli isolati di M. dispar hanno mostrato valori di MIC superiori a 8 µg/mL per l’enrofloxacina, un valore che indica una scarsa efficacia di questo principio attivo nell’inibire la crescita batterica. È stata osservata inoltre una tendenza statisticamente significativa dei valori di MIC dell’enrofloxacina a crescere nel tempo: questo potrebbe significare che sia in atto un processo di selezione tra i ceppi di questa specie che privilegia quelli capaci di resistere a questa sostanza. Un fenomeno simile a quanto osservato di recente per altre specie di micoplasmi sia nel settore bovino (M. bovis) che in quello avicolo (M. synoviae), particolarmente significativo in quanto l’enrofloxacina fa parte dei fluorochinoloni, una classe di antimicrobici ampiamente utilizzati nell’ambito della salute umana.
La maggior parte degli isolati di M. dispar hanno mostrato inoltre valori di MIC elevati per l’eritromicina (MIC90 ≥ 8 µg/mL): anche se mancano dati specifici sulla sensibilità di M. dispar a questo principio attivo utili per effettuare una comparazione, questo risultato è in sintonia con molti studi che indicano come M. bovis sia resistente a questa sostanza. Anche i valori di MIC rilevati per gli antimicrobici della classe dei macrolidi (in particolare tilosina, tilmicosina e spiramicina), spesso impiegati come prima forma di trattamento della BRD, indicano una scarsa efficacia di questi principi attivi nell’impedire la crescita di M. dispar, analogamente a quanto è stato rilevato da altri studi per M. bovis.
Lo studio dell’IZSVe ha quindi permesso di ipotizzare che i trattamenti antibiotici indifferenziati e ripetuti possono aver portato ad una diminuzione nel tempo della sensibilità di M. dispar a molti dei principi attivi comunemente impiegati. Secondo i ricercatori è possibile che i patogeni M. dispar e M. bovis, condividendo la stessa nicchia ecologica ed essendo esposti agli stessi antimicrobici, abbiano potuto sviluppare meccanismi simili di resistenza a queste sostanze, ipoteticamente anche in seguito a trasmissione orizzontale di geni di resistenza tra loro.
Tutti gli isolati analizzati hanno presentato infine valori di MIC bassi per il florfenicolo (<1 µg/mL): questo dato è invece in controtendenza rispetto a quanto riportato nella letteratura scientifica per M. bovis, il quale risulta resistente anche a questo principio attivo. Tuttavia in letteratura non sono disponibili ulteriori studi specifici della sensibilità di M. dispar al florfenicolo: un aspetto che sarà quindi importante approfondire in futuro con ulteriori ricerche.
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