
La Peste suina africana (PSA) è una malattia virale che colpisce maiali domestici e cinghiali, e può causare ingentissimi danni alle produzioni zootecniche suine. Data l’attuale situazione epidemiologica, qualunque episodio di mortalità nel cinghiale rappresenta un caso sospetto e va segnalato alle Autorità Sanitarie (foto di Vittorio Guberti, ISPRA).
La Peste suina africana (PSA) è una malattia virale dei suidi, non trasmissibile all’uomo, che può colpire sia il maiale domestico sia il cinghiale (biologicamente la stessa specie, Sus scrofa).
Questa malattia, contro la quale non esiste oggi cura o vaccino, è estremamente grave e spesso letale per gli animali colpiti, e può essere causa di ingentissimi danni alle produzioni zootecniche suine: sia direttamente a causa della mortalità, sia indirettamente a causa delle restrizioni al commercio nazionale e internazionale di suini e prodotti derivati che la presenza dell’infezione implica.
La malattia, endemica nel continente africano e ancora presente in Sardegna dal 1978, ha fatto il suo ingresso in diversi Paesi dell’Unione Europea a partire dal 2014, propagandosi in maniera ancor più preoccupante negli ultimi mesi.
Data l’attuale situazione epidemiologica è essenziale che qualunque caso sospetto venga prontamente segnalato alle Autorità Sanitarie, al fine di procedere con tempestività ai necessari accertamenti di laboratorio. In particolare qualunque episodio di mortalità nel cinghiale rappresenta un caso sospetto e va segnalato.
Si riportano quindi di seguito delle informazioni di approfondimento sulla PSA e sulle modalità di sorveglianza passiva nei cinghiali, un video recentemente prodotto dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e un elenco di precauzioni da adottare per evitare la diffusione della malattia pubblicato anche sul sito web del Ministero della Salute.
Informazioni su PSA e sorveglianza nei cinghiali
Precauzioni da adottare
- Non portare in Italia, dalle zone infette comunitarie, prodotti a base di carne suina o di cinghiale, quali, ad esempio, carne fresca e carne surgelata, salsicce, prosciutti, lardo, salvo che i prodotti non siano etichettati con bollo sanitario ovale.
- Non portare in Italia prodotti a base di carne suina o di cinghiale, freschi o surgelati, salsicce, prosciutti, lardo da Paesi extra-europei.
- smaltire i rifiuti alimentari, di qualunque tipologia, in contenitori idonei e non somministrarli per nessuna ragione ai suini domestici.
- Non lasciare rifiuti alimentari in aree accessibili ai cinghiali.
- Informare tempestivamente i servizi veterinari il ritrovamento di un cinghiale selvatico morto.
- Per i cacciatori che si recano in aree infette: pulire e disinfettare le attrezzature, i vestiti, i veicoli e i trofei prima di lasciare l’area di caccia; eviscerare i cinghiali abbattuti solo nelle strutture designate; evitare i contatti con maiali domestici dopo aver cacciato.
- Per gli allevatori: rispettare le norme di biosicurezza, in particolare cambiare abbigliamento e calzature quando si entra o si lascia l’allevamento e scongiurare i contatti anche indiretti con cinghiali o maiali di altri allevamenti; notificare tempestivamente ai servizi veterinari sintomi riferibili alla PSA e episodi di mortalità anomala.
Documenti e risorse
Video
Video IZSVe «Peste suina africana: come si può evitare di diffonderla?»
Video EFSA «African Swine Fever: how to stay one step ahead»