Novembre 2018. L’Istituto Zooprofilatico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) viene contattato, tramite l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), dai servizi veterinari del Ministero dell’Agricoltura dell’Iraq in seguito ad una gravissima di moria di carpe comuni (Cyprinus carpio) nel Tigri e nell’Eufrate. L’evento, che ha avuto un’importante risonanza mediatica a livello internazionale, è avvenuto verso la fine di ottobre, è durato circa una settimana e ha coinvolto animali sia allevati che selvatici. Le prime aree ad essere colpite sono state il Governatorato di Babil, nei pressi della città di Al-Musayyib, seguito da altre province irachene. Sebbene non siano disponibili dati ufficiali, le perdite sono stimate nell’ordine delle migliaia di tonnellate di prodotto.
In base alla sintomatologia evidenziata negli animali e ai primi risultati diagnostici, le autorità locali ipotizzano una contaminazione ambientale o la presenza di un patogeno; decidono quindi di coinvolgere l’IZSVe per la diagnosi, inviando campioni prelevati da varie province colpite dalla mortalità. Gli esami effettuati presso il Laboratorio di virologia speciale animali acquatici rileveranno la presenza di due virus, il Cyprinid Herpesvirus di tipo 3 (CyHV-3), più comunemente noto come Koi Herpesvirus (KHV), e il Carp Edema Virus (CEV).
Mentre il ruolo patogeno del CEV è ancora in fase di discussione, l’infezione da KHV è nota per essere una malattia infettiva grave della carpa, in grado di causare mortalità dell’80-100% in popolazioni non precedentemente esposte. La prima descrizione del KHV risale al 1998 in Germania e Israele, ma attraverso il commercio di carpe principalmente ornamentali negli anni successivi la malattia si è diffusa globalmente. Attualmente è presente in almeno 28 nazioni distribuite in Nord America, Europa, Asia e Africa. In Italia la malattia è descritta dal 2002 e riscontrata in anni successivi sia in animali selvatici che in carpe koi.
Il KHV è una malattia regolamentata dall’Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE): i campioni analizzati sono stati quindi inviati per conferma al Centre for Environment, Fisheries and Aquaculture Sciences (CEFAS) in Inghilterra, centro di referenza OIE per il KHV, il quale ha confermato i risultati ottenuti dall’IZSVe. La positività in pesci provenienti da un territorio che non aveva ancora riportato la presenza di KHV e il fatto che solo le carpe siano state coinvolte nella moria, indicano fortemente questo virus come il responsabile della mortalità. Fattori predisponenti sono stati certamente la scarsa qualità dell’acqua, le alte densità di allevamento e la scarsa biosicurezza.
L’IZSVe si è reso disponibile a collaborare ulteriormente con le autorità irachene per svolgere un’indagine epidemiologica volta a determinare come il KHV sia stato introdotto nelle acque interne dell’Iraq.