Negli ultimi anni è stata segnalata nel Mediterraneo un’importante mortalità di un mollusco bivalve, la pinna comune (Pinna nobilis), di recente confermata anche nella Laguna di Venezia.

I ricercatori del Centro specialistico ittico dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), in collaborazione con altri enti di ricerca, hanno approfondito la questione con uno studio di campo: il principale responsabile di questa mortalità è il protozoo Haplosporidium pinnae, in sinergia con batteri del genere Mycobacterium. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Marine Science.

La pinna comune, o nacchera di mare

Negli ultimi anni è stata segnalata nel Mediterraneo un’importante mortalità della pinna comune (Pinna nobilis), chiamata anche nacchera di mare, un mollusco bivalve selvatico che vive infisso nella sabbia o ancorato alle rocce. Di recente il fenomeno è stato confermato anche nella Laguna di Venezia.

La pinna comune, chiamata anche nacchera di mare, è un mollusco bivalve selvatico, originario del bacino del Mediterraneo e del Mar Nero. È una specie sessile: vive cioè immobile, infissa nella sabbia o ancorata alle rocce ed è ben nota agli appassionati del mare per le notevoli dimensioni che può raggiungere.

La sua presenza nel bacino del Mediterraneo è testimoniata fin dall’Antico Egitto, quando era pescata per ottenere il bisso, una sorta di filato biologico simile alla seta, all’epoca molto pregiato. Oggi la Pinna nobilis è una specie in pericolo di estinzione: è pertanto protetta e ne è vietata la raccolta.

Le morie nel bacino del Mediterraneo

I primi casi di mortalità in Pinna nobilis sono stati segnalati sulle coste mediterranee della Spagna nell’autunno 2016, ma sono ormai quotidiane le segnalazioni in tutto il Mediterraneo, Italia, Grecia, Francia e Croazia comprese.

In un primo momento il protozoo parassita Haplosporidium pinnae sembrava essere l’unico responsabile delle morie osservate nelle coste spagnole; in alcuni casi però, come sulle coste di Campania e Sicilia, la mortalità si verificava anche in assenza di Haplosporidium pinnae, ma in presenza del micobatterio Mycobacterium sherrisii, che causava lesioni infiammatorie sistemiche nel mollusco compromettendone la sopravvivenza.

Uno studio di campo tra Italia e Spagna

Dato il rapido diffondersi delle mortalità di massa in altre zone del Mediterraneo, alcuni ricercatori dell’Università di Napoli, in collaborazione con gli esperti dell’IZSVe e di altri enti nazionali e internazionali, ha organizzato uno studio di campo, estendendo il monitoraggio anche alle regioni Toscana, Sardegna, Puglia e alla Spagna (delta dell’Ebro e Catalogna).

sommozzatore

Ricercatori dell’Università di Napoli, in collaborazione con esperti dell’IZSVe e di altri enti nazionali e internazionali, hanno organizzato uno studio di campo in varie regioni italiane e spagnole. Gli esami istopatologici e molecolari dei campioni raccolti di Pinna nobilis hanno individuato il protozoo Haplosporidium pinnae come il principale responsabile di questa mortalità, in sinergia con batteri del genere Mycobacterium.

Gli esami istopatologici e molecolari dei campioni raccolti di Pinna nobilis hanno rivelato la presenza di diversi patogeni, tra cui micobatteri, vibrioni e protozoi del genere Perkinsus, identificati quali co-responsabili delle elevate morbilità e mortalità osservate negli ultimi anni.

Non è ancora chiaro se vi sia stato un aumento di patogenicità di questi microrganismi, o se le mutate condizioni climatiche abbiano influito sull’habitat e sullo stato di salute della pinna comune, indebolendola e rendendola più suscettibile a questi patogeni. È chiaro invece come la sorveglianza attiva, basata sulla rapida identificazione dei patogeni come il monitoraggio eseguito, sia fondamentale per un controllo efficace della malattia e per il miglioramento delle valutazioni epidemiologiche.

A partire da questi primi risultati il Centro specialistico ittico dell’IZSVe ha iniziato a verificare con alcune indagini se i patogeni che colpiscono la pinna comune siano trasmissibili anche a molluschi eduli (mitili, ostriche, vongole) allevati negli stessi areali dove è in corso la mortalità di pinne.

Prime morie di pinna comune anche in laguna di Venezia

A partire dallo scorso autunno infine la sede di Venezia dell’Istituto di Scienze Marine (ISMAR) ha riscontrato valori anomali di mortalità anche nella Laguna di Venezia e nelle acque costiere del Veneto, dove l’epidemia sta interessando progressivamente percentuali sempre più elevate della popolazione lagunare.

Anche in questo caso, le analisi condotte in collaborazione con il Centro specialistico ittico dell’IZSVe hanno confermato la presenza del protozoo Haplosporidium pinnae, a oggi il principale indiziato di queste mortalità in laguna.

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