Nel 2021 si è registrato un generale incremento dei casi di focolai di zoonosi e malattie a trasmissione alimentare rispetto all’anno precedente, ma i livelli sono ancora inferiori a quelli del periodo pre-pandemia. Così riporta l’ultimo rapporto “One Health” (salute unica globale) dell’Unione Europea (UE) sulle zoonosi, curato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).

Secondo il report annuale sulle zoonosi in Europa pubblicato da EFSA ed ECDC, nel 2021 si è registrato un generale incremento dei casi di focolai di zoonosi e malattie a trasmissione alimentare rispetto all’anno precedente, ma i livelli sono ancora inferiori a quelli del periodo pre-pandemia. La maggior parte dei focolai (733, pari al 19,3% del totale), cioè eventi che interessano almeno due persone che hanno contratto infezione dallo stesso cibo contaminato, sono stati causati da Salmonella; le maggiori sorgenti sono state uova, ovoprodotti e alimenti composti da vari ingredienti. La campilobatteriosi resta invece la zoonosi più frequentemente riportata, con un numero di casi in aumento, 127.840 rispetto ai 120.946 del 2020.

La flessione generale del numero di casi e focolai rispetto agli anni pre-pandemia è collegata probabilmente alle misure di controllo contro il COVID-19 messe in atto nel 2021. Fra le poche eccezioni ci sono il numero di casi di yersiniosi e i focolai di listeriosi alimentare, che hanno superato i livelli pre-pandemici.

La maggior parte dei focolai (773) sono stati causati da Salmonella, pari al 19,3% del totale. I focolai di origine alimentare differiscono da tutti i casi di infezioni riportate in quanto sono eventi che interessano almeno due persone che hanno contratto infezione dallo stesso cibo contaminato. Le maggiori sorgenti di focolai di salmonellosi sono state uova, ovoprodotti e alimenti composti da vari ingredienti.

In numero di focolai causati da Listeria monocytogenes (23) sono i più alti mai riportati. Questo potrebbe essere collegato al maggiore utilizzo delle tecniche Whole Genomic Sequencing (WGS), che consentono ai ricercatori di rilevare e definire meglio i focolai.

Il Report riporta anche tutti i casi di zoonosi che non sono necessariamente collegati a focolai. La campilobatteriosi resta la zoonosi più frequentemente riportata, con un numero di casi in aumento, 127.840 rispetto ai 120.946 del 2020. Le fonti più comuni sono state carne di pollo e di tacchino. La salmonellosi è la seconda zoonosi più riportata, avendo colpito 60.050 persone rispetto alle 52.702 del 2020. Seguono la yersiniosi (6.789 casi), le infezioni da Escherichia coli produttore di tossine Shiga (STEC) (6.084) e la listeriosi (2.183).

Il Report include anche dati su Mycobacterium bovis/caprae, Brucella, Trichinella, Echinococcus, Toxoplasma gondii, rabbia, Febbre Q, West Nile Virus e tularemia.

All’interno del Consorzio ZOE (Zoonoses under a One health perspective in the EU) l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha supportato EFSA ed ECDC nella predisposizione del Report, gestendo la parte progettuale dedicata alla validazione dei dati raccolti dai Paesi Membri, all’analisi e alla visualizzazione dei dati, e coadiuvando gli esperti nella parte editoriale. Le strutture dell’IZSVe che hanno partecipato sono: Centro di referenza nazionale per le salmonellosi; SCS1 – Microbiologia generale e sperimentaleSCS4 – Epidemiologia, servizi e ricerca in sanità pubblica veterinariaSCS8 – Valorizzazione delle produzioni alimentari; U.O. Ricerca e cooperazione internazionale (Staff Direzione sanitaria); Centro di referenza nazionale per la rabbia; Laboratorio comunicazione (SCS0 – Servizi generali di supporto).

Focus sulla salmonellosi

ispezione pollo

Nel 2021 la salmonellosi è stata l’infezione gastrointestinale di origine alimentare più comunemente riportata in UE dopo la campilobatteriosi. Ciononostante il trend complessivo 2017-2021 non ha mostrato nessun incremento o diminuzione significativi. I principali sierotipi rilevati in infezioni umane sono state S. Enteritidis (54.6%), S. Typhimurium (11.4%), variante monofasica di S. Typhimurium (8.8%), S. Infantis (2.0%) e S. Derby (0.93%). Sedici Stati membri, Italia compresa, hanno raggiunto l’obiettivo di riduzione di Salmonella per tutte le popolazioni di avicoli per le quali sono definiti Piani di controllo nazionali.

Nel 2021 la salmonellosi è stata l’infezione gastrointestinale di origine alimentare più comunemente riportata in UE dopo la campilobatteriosi. Il numero di casi umani confermati nel corso dell’anno è stato di 60.050, corrispondenti ad un tasso di notifica di 15,7 per 100.000 abitanti, mentre in Italia di 3.768, corrispondenti ad un tasso di notifica di 6,4 per 100.000 abitanti. Comparando il dato europeo con quello del 2020, si nota un aumento del 14,3%. Ciononostante, il trend complessivo 2017-2021 non ha mostrato nessun incremento o diminuzione significativi. La percentuale di casi ospedalizzati è stata del 38,1%, in crescita rispetto al 2020, con un tasso di letalità di 0,18%.

I principali sierotipi rilevati in infezioni umane sono state S. Enteritidis (54.6%), S. Typhimurium (11.4%), variante monofasica di S. Typhimurium (8.8%), S. Infantis (2.0%) e S. Derby (0.93%). L’Italia è inoltre, dopo la Spagna, uno dei paesi più associati a casi di infezione da viaggio.

Nell’ambito alimentare, per quanto riguarda i prodotti ready-to-eat, la percentuale di unità risultate positive a Salmonella spp. in UE è stata dello 0,23%, la maggior parte delle quali riscontrate in prodotti a base di carne di suino. Nei prodotti non ready-to-eat la percentuale di positivi sale al 2,1%, con la maggior parte dei ritrovamenti in carne avicola di pollo e tacchino.

Confrontando i risultati ottenuti dai campionamenti al macello eseguiti sulle carcasse delle diverse specie, nel contesto delle analisi effettuate in regime di controlli ufficiali rispetto a quelle nell’ambito dell’autocontrollo eseguito dagli operatori del settore alimentare, sia a livello europeo che nazionale si nota come i primi presentino un tasso di positività maggiore rispetto ai secondi pressoché per tutte le specie (pollo, tacchino, bovino, suino e pecora). In Italia, secondo i dati elaborati dal Centro di referenza nazionale per le salmonellosi, le maggiori positività sono state riscontrate per quanto concerne le carcasse di polli da carne (24,6% controllo ufficiale; 6,5% autocontrollo) e di tacchino (20,1% controllo ufficiale; 8,4% autocontrollo).

Sedici Stati membri, Italia compresa, hanno raggiunto l’obiettivo di riduzione di Salmonella per tutte le popolazioni di avicoli per le quali sono definiti Piani di controllo nazionali. In particolare, in Italia la percentuale di gruppi positivi per i sierotipi target è stata di 0,09% per i riproduttori di Gallus gallus, 0,81% per le galline ovaiole e 0,02% per i polli da carne e i tacchini da ingrasso, 0% per i tacchini riproduttori; è da notare però che la percentuale di tacchini da ingrasso positiva a Salmonella spp. in Italia è risultata pari a 34.4%.

Considerando gli isolati di Salmonella per cui è stato trasmesso il dato di sierotipizzazione, S. Enteritidis è stato il sierotipo più comunemente riportato a livello europeo nella gallina ovaiola e il secondo più riportato nel pollo da carne, mentre S. Typhimurium e la sua variante monofasica sono tra le tre maggiormente isolate in suino e bovino. Altri sierotipi comuni sono stati S. Infantis nel pollo da carne (in metà degli isolati) e S. Derby nel suino.

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