L’agenzia per la sicurezza alimentare francese ANSES (Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail) ha pubblicato i risultati di un’indagine sui fattori di stress in colonie di api derivanti dall’utilizzo di pesticidi e di altri agenti infettivi. La ricerca si è svolta tra febbraio 2013 e luglio 2015 con la partecipazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.
Il Centro di referenza nazionale per l’apicoltura ha dato un importante contributo per la parte del documento che riguarda i residui dei farmaci veterinari e la tossicità per le api dei principi attivi usati nel controllo della Varroa. Ha inoltre seguito i programmi di monitoraggio dello stato di salute delle api e la legislazione sanitaria apistica comunitaria e internazionale.
La co-esposizione delle api a molti fattori di stress è una realtà innegabile. La gestione del rischio sanitario, chimico, biologico, deve tenere conto di questa situazione: il rapporto pubblicato mostra infatti come i meccanismi di comparsa delle alterazioni siano complessi ed interdipendenti. Di fronte alla constatazione della molteplicità e dell’entità dell’esposizione a sostanze chimiche usate per la protezione delle piante e per gli animali d’allevamento, è indispensabile lavorare in tutti i modi possibili per una riduzione complessiva dell’esposizione stessa.
Si tratta di ridurre i trattamenti, o almeno i loro effetti negativi, in particolare l’insorgenza di resistenze e la presenza di residui. Serve un approccio diverso che riesca innanzitutto a integrare gli interventi in agricoltura e gli interventi in zootecnia seguendo una prospettiva ecologica, che utilizzi i trattamenti chimici in modo consapevole. Per quanto riguarda più direttamente la salute delle api, gli esperti incoraggiano il dialogo tra le ricerche in altre filiere animali e le ricerche in apicoltura, tenendo conto delle sue caratteristiche specifiche, in particolare il suo forte legame con il territorio.
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