L’uso eccessivo, e spesso inappropriato, degli antibiotici sia in ambito umano che veterinario, insieme all’aumento delle infezioni correlate all’assistenza, hanno contribuito al diffondersi di ceppi di batteri antibioticoresistenti, riducendo nel tempo l’efficacia di questi farmaci nel trattamento di molte malattie infettive. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), i dati epidemiologici a livello italiano e internazionale mostrano che l’antibiotico resistenza e le infezioni correlate all’assistenza sono una grave minaccia alla salute individuale e pubblica e si stima che causino in Italia più di 10.000 decessi all’anno.
Antibiotico resistenza in Italia
Il convegno “L’antibiotico-resistenza in Italia: stato dell’arte e risultati delle rilevazioni 2022-2023 sulle sorveglianze delle Infezioni Correlate all’Assistenza ICA e dell’Antibiotico-resistenza”, in programma oggi lunedì 20 novembre presso l’ISS, Roma, si prefigge di presentati i nuovi risultati ottenuti dalle principali sorveglianze gestite o coordinate dall’ISS in materia di antibiotico-resistenza e infezioni correlate all’assistenza (ICA).
Questo ritorno di informazioni supporterà l’implementazione del Piano Nazionale di Contrasto all’antibiotico-resistenza (PNCAR). Le strategie per arginare questi fenomeni sono delineate nel PNCAR 2022-2025 e implicano azioni multidisciplinari a livello nazionale, regionale e locale. La sorveglianza è uno dei pilastri del PNCAR perché permette di stimare l’impatto epidemiologico del fenomeno e di valutare l’efficacia degli interventi messi in atto per contrastare il fenomeno.
A rappresentare l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) all’evento è stata invitata la Dg Antonia Ricci, con una presentazione dal titolo “Antibioticoresistenza all’interfaccia uomo-animale-ambiente”.
“L’esperienza internazionale dimostra che l’espansione di questo fenomeno può essere contenuta e addirittura ridotta, in particolare quando si adotti un approccio One health, in una logica di trasversalità. L’impegno, il dialogo e la collaborazione continua fra tutte le professionalità, sanitarie e non, in ambito umano, animale e ambientale, possono efficacemente contribuire al contenimento del problema”.
La relazione della dott.ssa Ricci illustra gli obiettivi di riduzione dell’antibiotico resistenza proposti da EFSA/ECDC, la declinazione di questi obiettivi nella strategia prevista nell’ambito del nuovo PNCAR 2022-2025 e le sfide che siamo chiamati ad affrontare in questo contesto e che riguardano prevalentemente la necessità di identificazione, caratterizzazione e quantificazione della diffusione dell’antibiotico resistenza in ambiente. A questo proposito è cruciale l’integrazione di questi dati con quelli derivanti dalla sorveglianza in ambito veterinario e umano, allo scopo di determinare e intercettare precocemente le rotte che queste resistenze compiono dall’ambiente all’uomo.
Diretta streaming dell’evento »L’impegno dell’IZSVe fra diagnostica, ricerca, formazione e comunicazione
Nel corso degli anni l‘IZSVe si è fatto promotore dell’uso prudente e consapevole degli antibiotici in ambito veterinario e della proposta di nuove strategie di sorveglianza dell’antibiotico resistenza nelle comunità microbiche residenti in matrici di interesse veterinario e ambientale, attraverso una molteplicità di strumenti e iniziative, su più fronti: diagnostica, ricerca, formazione e comunicazione.
In diagnostica, grazie alla standardizzazione interlaboratorio e all’automazione del processo di esecuzione e interpretazione della minima concentrazione inibente (MIC) nei laboratori dell’Istituto, è stata ridotta la variabilità fra i laboratori e aumentata la robustezza del risultato analitico. Inoltre l’armonizzazione del sistema MIC è stata estesa a tutti gli Istituti Zooprofilattici e al momento sono otto gli II.ZZ.SS. (su dieci) che aderiscono all’iniziativa. L’impegno dell’IZSVe nel periodo 2017-2023 ha permesso di ottenere 44.000 determinazioni della MIC eseguite nei laboratori diagnostici, i cui risultati sono descritti nella dashboard interattiva on line consultabile sul sito web dell’Istituto.
L’attività di ricerca scientifica ha consentito di definire con maggiore precisione il ruolo degli animali rispetto alle infezioni umane sostenute da batteri resistenti agli antibiotici. Inoltre sono stati approfonditi i principali determinanti di utilizzo di antibiotici nelle aziende zootecniche e le correlazioni con biosicurezza, benessere animale e fenomeni di resistenza di breve e lungo termine.
L’applicazione di metodi avanzati di biologia molecolare, genomica e metagenomica ha consentito di monitorare il “burden” di AMR e quindi di effettuare un cambio di paradigma nelle attività di valutazione del rischio di diffusione dell’antibiotico resistenza negli ambienti di allevamento e da questi all’ambiente circostante. È stato inoltre possibile monitorare la diffusione di specifici determinanti genetici di AMR e identificare precocemente potenziali hotspot di diffusione di geni di AMR codificanti per resistenze ai Critically Important Antimicrobials per la salute umana.
Infine, l’intensa attività di formazione e comunicazione ha offerto un valido contributo ad alzare il livello di conoscenze e competenze sull’argomento fra i professionisti della salute pubblica, allevatori ed operatori zootecnici. Si ricordano il corso ECM “Antimicrobico-resistenza in ottica One Health – Esperienze e strategie per prevenire la perdita di efficacia degli antibiotici“ (link), le Linee guida nazionali sull’uso prudente dell’antibiotico nell’allevamento del coniglio da carne (link), e il contributo alla pubblicazione “Prevenzione e controllo della resistenza antimicrobica per i lavoratori esposti negli allevamenti avicoli e suinicoli“ (link) edita dall’INAIL.
Maggiori informazioni
- Ministero della Salute | Campagna di sensibilizzazione sull’antibiotico resistenza
- Istituto Superiore di Sanità | Giornata europea e settimana mondiale degli antibiotici 2023 – Iniziative locali