La presenza di roditori può rappresentare un fattore di rischio per l’introduzione dell’influenza aviaria negli allevamenti avicoli.

Dati scientifici a sostegno di questa ipotesi sono stati forniti da uno studio (RC 06/10) condotto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie riguardante la patogenicità e la trasmissibilità di virus influenzali aviari in una comune specie di roditore selvatico.

La trasmissibilità dei virus influenzali aviari

La trasmissione dei virus di influenza aviaria

I virus dell’influenza aviaria hanno dimostrato di possedere la capacità di infettare non solo gli uccelli, ma anche specie di mammiferi

I virus dell’influenza aviaria hanno dimostrato di possedere la capacità di infettare non solo le specie di uccelli selvatici (che rappresentano i serbatoi naturali del virus) e domestici, ma anche specie di mammiferi. In alcuni casi e per alcuni sottotipi di virus, anche l’uomo.

Negli allevamenti di pollame, questi virus sono in grado di diffondersi molto velocemente, sia tra i volatili sia tra i diversi allevamenti in aree geografiche estese.

L’infezione virale può entrare nell’allevamento in seguito a contatti tra uccelli selvatici portatori e il pollame, oppure per movimentazioni di pollame infetto o materiale contaminato (es. mangime).

I roditori come fattori di rischio

I roditori (topi, ratti e arvicole) sono spesso presenti in elevata densità nelle zone rurali, così come nelle aree urbane e peri-urbane, e sono riconosciuti essere portatori di numerosi microrganismi spesso causa di malattie dell’uomo e degli animali. Possono muoversi dentro e fuori gli allevamenti e per questo motivo negli impianti zootecnici vi sono misure di controllo e di lotta contro questi ospiti “sgraditi”.

Sebbene non considerato tra i principali, la presenza di roditori può quindi potenzialmente rappresentare un fattore di rischio per l’introduzione del virus dell’influenza aviaria in un allevamento avicolo. A livello scientifico però non vi sono conoscenze approfondite sulla suscettibilità dei roditori “selvatici” alla infezione e alla malattia causata da questo virus e nemmeno sulle possibilità di questi ospiti di diffonderlo nell’ambiente.

La ricerca IZSVe

Virus aviaria nei roditori

L’immagine in immunoistochimica mostra la presenza del virus nell’epitelio dei bronchi dell’arvicola.

Una dei principali scopi della ricerca è stato quindi di raccogliere informazioni circa il ruolo di roditori selvatici nella epidemiologia della influenza aviaria, prendendo come modello un roditore molto comune nelle zone rurali e forestali dell’Europa: l’arvicola.

Lo studio ha dimostrato che questi roditori sono suscettibili all’infezione con virus influenzali aviari di sottotipo H5 e H7 ad alta patogenicità (per il pollame) e possono eliminare elevate quantità di virus per via nasale senza mostrare segni apparenti di malattia.

Non solo, l’escrezione virale è sufficiente per infettare altre arvicole entrate in contatto con quelle infette.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale “Veterniary Research”.

Questi dati contribuiscono all’aumento delle conoscenze scientifiche sulle possibili modalità di diffusione di questa malattia infettiva e permettono di affinare sempre più le strategie di controllo e prevenzione.

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Tejeda, A. R., Aiello, R., Salomoni, A., Berton, V., Vascellari, M., & Cattoli, G. (2015). Susceptibility to and transmission of H5N1 and H7N1 highly pathogenic avian influenza viruses in bank voles (Myodes glareolus). Veterinary research,46(1), 51

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