La sfida

Con più del 95% dei casi in Asia e in Africa e solo sporadici casi di importazione nei paesi sviluppati, la rabbia è attualmente in fondo alla lista della priorità delle autorità nazionali e dei donatori.

Current spending for rabies vaccination in low-resource countries

La spesa per la vaccinazione contro la rabbia nei continenti in via di sviluppo. Clicca sull’immagine per ingrandire l’infografica. Fonte: endrabiesnow.org

La rabbia canina è una malattia negletta, presente nei paesi in via di sviluppo e nelle fasce più povere della popolazione. La mancata diagnosi e un sistema di segnalazione non efficiente, spingono questa malattia in fondo alle preoccupazioni degli stakeholder.

Benché la rabbia sia una malattia conosciuta sin dall’antichità, il suo peso e le sue gravi conseguenze non sono ancora completamente riconosciuti nelle aree endemiche, dove la formazione degli operatori costituisce un elemento vincente della strategia di prevenzione.

I trattamenti completi post-esposizione, con la somministrazione di vaccino e immunoglobuline, non sono sempre disponibili per le vittime nelle regioni più povere del mondo, laddove sarebbero maggiormente necessari.

Il costo medio di un trattamento post-esposizione in queste aree è di 40-50 $, una spesa insostenibile per i malati e le loro famiglie, considerando il reddito giornaliero medio di circa 1 $ pro capite.

A questo dato si aggiungono le perdite di bestiame ancora sottostimate dovute alla malattia, con ulteriore riduzione della sicurezza alimentare e del sostentamento delle comunità rurali più povere.

Molti passi avanti sono stati fatti verso l’eliminazione della rabbia umana trasmessa dal cane nelle aree endemiche. Numerosi progetti pilota hanno permesso la realizzazione di campagne di vaccinazione di massa nella popolazione canina, e sono state sviluppate nel contempo valide alternative al test diagnostico di riferimento.

Le organizzazioni internazionali hanno unito i propri sforzi per sostenere le azioni di controllo della malattia e hanno sviluppato un approccio graduale da offrire agli Stati come mezzo di misurazione oggettiva dei propri progressi verso l’eliminazione della rabbia.

L’IZSVe supporta la campgna End Rabies Now

End Rabies Now Campaign Infographic

Perché dobbiamo fermare la rabbia ora. Clicca sull’immagine per ingrandire l’infografica. Fonte: endrabiesnow.org

L’impegno dell’IZSVe e del Centro di referenza FAO per la rabbia si è concretizzato in questi anni non solo mediante attività di consulenza, formazione e informazione sulla diagnosi, controllo e prevenzione della rabbia in Africa, Medio Oriente ed Est Europa, ma anche mediante lo sviluppo e la validazione di test diagnostici alternativi, e la ricerca di metodi innovativi per la profilassi e la terapia nell’uomo.

Anche l’Italia, pochi anni fa, ha dovuto fronteggiare un’emergenza di rabbia silvestre. Ciononostante, la malattia è stata controllata in modo efficace grazie all’azione integrata di sanità pubblica e animale, oltre che a una proficua collaborazione trans-frontaliera.

La rabbia non conosce confini, il suo controllo richiede perseveranza e dedizione ed è partendo da questa consapevolezza che la collaborazione e l’impegno di tutti possono fare la differenza.

Sappiamo che le numerose esperienze di successo a livello mondiale sono riproducibili e vogliamo che questo sia possibile anche e soprattutto nelle regioni del mondo più svantaggiate, dove l’aspettativa di vita dei bambini è duramente messa alla prova dalla malnutrizione e dalle malattie infettive.

Fermiamo la rabbia ora!

I fatti dimostrano che l’eliminazione della rabbia non è solo possibile, ma economicamente vantaggiosa e soprattutto socialmente equa.

Con la vaccinazione sistematica della popolazione canina si può arrivare all’eliminazione dalla rabbia nell’uomo.

Fermare la rabbia è un dovere etico e soprattutto un diritto di tutti. Facciamo sì che la rabbia diventi storia, sostenendo la campagna End Rabies Now.

Grazie all’impegno e al supporto economico di sostenitori, governi ed istituzioni, i decessi umani causati da rabbia canina potranno finalmente essere portati a zero entro il 2030 a livello globale.

Vai al sito web End Rabies Now »