Salmonella Infantis è considerato un sierotipo emergente a livello europeo ed è diffuso lungo l’intera filiera avicola. Attualmente è uno dei sierotipi più frequentemente isolati non solo negli allevamenti di broiler e nella carne avicola, ma anche negli allevamenti di tacchini e nei prodotti derivati, e vi è evidenza di isolamenti di questo sierotipo anche in altre nicchie ecologiche.

allevamento di broiler, polli da carne

Salmonella Infantis è attualmente uno dei sierotipi più frequentemente isolati negli allevamenti di broiler e tacchini, e nei prodotti derivati. Secondo un recente studio IZSVe-IZSLT, in allevamento i punti dove le positività per questo batterio vengono rilevate più efficacemente sono la lettiera e la polvere ambientale.

In allevamento i punti dove le positività vengono rilevate più efficacemente sono la lettiera e la polvere ambientale; in aggiunta le procedure di pulizia e disinfezione sembrerebbero un punto critico nel contenimento delle positività. A dirlo è uno studio condotto dai Centri di referenza nazionali per le salmonellosi (IZS delle Venezie) e per l’antibioticoresistenza (IZS Lazio e Toscana), finanziato dal Ministero della Salute, in cui sono stati indagati i fattori di rischio alla base della diffusione e della persistenza di questo sierotipo nella filiera del pollo da carne.

I ricercatori hanno inoltre osservato la presenza di geni di resistenza agli antimicrobici nei ceppi di S. Infantis isolati, che possono compromettere l’azione di antibiotici contro le infezioni batteriche nell’uomo. Infatti, oltre alla elevata prevalenza e al consolidato trend di crescita osservato nel settore avicolo, S. Infantis è isolata anche nell’uomo dove desta particolare interesse per l’elevato livello di antibiotico resistenza ad essa associata.

Lo studio si è concluso a dicembre 2020.

Uno studio su allevamenti avicoli nazionali

In collaborazione con le principali aziende avicole italiane sono stati selezionati 76 allevamenti di broiler distribuiti nell’intero territorio nazionale, di cui 38 recidivi (ovvero in cui S. Infantis è stata ripetutamente isolata) e 38 negativi. Ciascun allevamento è stato visitato in due momenti fondamentali per valutare la diffusione di S. Infantis nell’ambiente: prima dell’accasamento (ovvero in condizioni di capannone vuoto, pulito e disinfettato, pronto ad accogliere il nuovo gruppo) e poco prima della fine del ciclo produttivo.

In concomitanza con la prima visita sono state raccolte informazioni per esplorare i potenziali fattori di rischio correlati alla presenza di S. Infantis attraverso un questionario strutturato a partire da checklist ufficiali di biosicurezza e validato insieme a veterinari esperti del settore. Dei 76 allevamenti sottoposti a campionamento a fine ciclo, momento corrispondente a quello previsto dal Piano nazionale di controllo delle salmonellosi negli avicoli per identificare lo stato sanitario degli animali, 51 allevamenti sono risultati negativi e 25 allevamenti positivi per S. Infantis.

Lettiera e polvere ambientale i punti con più positività

Allevamento broiler vuoto, lettiera

Alla fine del ciclo produttivo la lettiera rappresenta la matrice più efficace per la ricerca di eventuali positività per S. Infantis. Nella fase di pre-accasamento invece la maggior parte delle positività sono state rinvenute all’esterno del capannone (perimetro esterno in particolare) e nell’anticamera.

Confrontando le positività individuate nelle due matrici campionate, residui di lettiera raccolti attraverso le sovrascarpe e polvere ambientale attraverso tampone di tessuto, è stato possibile confermare che la lettiera rappresenta la matrice più efficace per la ricerca di eventuali positività, sebbene indubbiamente la massima efficacia nell’identificazione delle positività si ottiene combinando entrambe le matrici.

Anche nella fase di pre-accasamento sono state rilevate positività, la maggior parte delle quali sono state rinvenute all’esterno del capannone (perimetro esterno in particolare). Negli allevamenti in cui a queste positività non è conseguita positività a fine ciclo (9 allevamenti) è plausibile che ciò sia stato dovuto all’applicazione di efficaci misure di biosicurezza.

Dai risultati è emerso che, per quanto riguarda l’interno del capannone, l’anticamera è il punto prelievo maggiormente informativo nella fase di pre-accasamento, in quanto più frequentemente contaminato con S. Infantis. Tuttavia la massima efficacia del campionamento si ottiene quando vengono inclusi diversi punti prelievo.

Fattori di rischio in allevamento

Attraverso il questionario è stato possibile individuare potenziali fattori di rischio per la presenza di S. Infantis negli allevamenti di broiler tra i quali i più significativi sono collegati alla presenza di:

  • recidive per Infantis;
  • capannoni di elevate dimensioni (> 1.500 m2);
  • più di un capannone nell’area.
allevamenti intensivi di polli da carne

Lo studio ha individuato come fattori di rischio per la presenza di S. Infantis negli allevamenti la presenza di recidive per Infantis, di capannoni di elevate dimensinoi e di più di un capannone per area. Le misure di biosicurezza si sono rivelate fondamentali per ridurre le positività, mentre le modalità di pulizia e disinfezione potrebbero favorire la persistenza di S. Infantis nell’ambiente.

Inoltre è stato possibile apprezzare che l’applicazione efficace di alcune misure di biosicurezza hanno un ruolo fondamentale per ridurre le positività per S. Infantis.

Le modalità di pulizia e disinfezione condizionano la persistenza di S. Infantis nell’ambiente?

Le modalità di pulizia e disinfezione sono risultate cruciali nel contenimento delle positività. Questo risultato induce a riflettere sia sulle modalità con cui pulizia e disinfezione vengono applicate, sia sugli effetti dei disinfettanti sulla comunità microbica residente nell’ambiente.

Non si esclude infatti che l’utilizzo dei biocidi e le modalità con cui essi vengono utilizzati possano selezionare ceppi tolleranti di S. Infantis e favorire la persistenza degli stessi, a scapito della comunità microbica competitiva che eserciterebbe quindi un’azione “protettiva”.

Presenza di geni di antibiotico resistenza

Tutti i ceppi di S. Infantis isolati sono stati caratterizzati geneticamente attraverso sequenziamento di nuova generazione e i risultati hanno permesso di confermare la già nota diffusione di geni di resistenza agli antimicrobici, compresi quelli che conferiscono resistenza ad antibiotici considerati critici per il trattamento di infezioni batteriche umane. Inoltre con questa tecnica è stato possibile identificare due differenti gruppi di S. Infantis con diversa distribuzione geografica sul territorio nazionale.