Per contrastare le frodi commerciali nel mercato dei mieli monofloreali, ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) hanno messo a punto una metodica di laboratorio sperimentale in grado di identificare in modo rapido ed economico l’origine botanica di un miele.

L’apicoltura europea può contare su un patrimonio di mieli monoflorali unico al mondo; ma nonostante gli ottimi livelli qualitativi e gli elevati valori nutrizionali, i prodotti locali europei vengono immessi sul mercato a prezzi bassi a causa della concorrenza sleale dei mieli importati. Inoltre, i cambiamenti climatici hanno modificato significativamente i cicli delle piante e quello degli insetti impollinatori, determinando un disallineamento temporale che ha portato ad una drastica riduzione della produzione annua di miele monoflorale. Per questi motivi i mieli monoflorali sono soggetti a contraffazioni e adulterazioni a scopo di lucro, e l’autenticità dell’origine botanica dichiarata in etichetta è diventata un aspetto critico, specialmente per i mieli di importazione.

Consumatore sceglie miele al supermercato

I mieli monoflorali sono soggetti a contraffazioni e adulterazioni a scopo di lucro, e l’autenticità dell’origine botanica dichiarata in etichetta è diventata un aspetto critico, specialmente per i mieli di importazione. Per contrastare questo fenomeno i ricercatori dell’IZSVe hanno messo a punto una metodica sperimentale innovativa, che permette di identificare l’origine botanica del miele in meno di 6 secondi, fornendo agli apicoltori uno strumento rapido, economico e accurato per valorizzare il proprio miele monoflorale.

Per contrastare questo fenomeno i ricercatori del Laboratorio di chimica sperimentale (SCS8) dell’IZSVe, finanziati dal Ministero delle Politiche Agricole, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF)*, hanno messo a punto una metodica sperimentale innovativa, che permette di identificare l’origine botanica del miele in meno di 6 secondi, fornendo agli apicoltori uno strumento rapido, economico e accurato per valorizzare il proprio miele monoflorale. Lo studio che ha permesso di sviluppare questo metodo analitico è stato pubblicato di recente sulla rivista scientifica internazionale Food Control.

I metodi ufficiali per la valutazione dell’origine del miele

Secondo la Direttiva 2001/110/CE del Consiglio europeo concernente il miele e successive modifiche, attualmente la valutazione ufficiale dell’origine botanica del miele monoflorale si basa su tre metodi complementari: analisi sensoriale, analisi melissopalinologica e analisi dei parametri chimico-fisici.

  • L’analisi sensoriale consente di valutare la qualità del miele, la rispondenza all’origine botanica dichiarata ed eventuali difetti di produzione.
  • L’analisi melissopalinologica si basa sul riconoscimento visivo e sulla conta dei grani pollinici presenti nel miele. I risultati di quest’ultima sono influenzati dalla pianta, dall’azione delle api quando visitano i fiori, dalla contaminazione all’interno dell’alveare quando le api si scambiano il nettare, nonché dalle possibili contaminazioni durante la lavorazione del miele. Inoltre, questo approccio richiede molto tempo e operatori esperti.
  • L’analisi dei parametri chimico-fisici consiste in analisi di laboratorio che misurano il rapporto fruttosio/glucosio, la viscosità, l’umidità, il colore, la conduttività elettrica, il potere ottico rotatorio, la densità, il pH e l’indice di rifrazione. Quando tutti questi parametri rientrano negli intervalli descritti nelle schede tecniche di una particolare tipologia di miele monoflorale, il campione viene assegnato a quella tipologia; altrimenti il campione è classificato come millefiori.

Il metodo sviluppato dall’IZSVe

La metodica sviluppata dall’IZSVe si basa sull’acquisizione dei composti volatili rilasciati dal miele una volta aperto il vasetto. Combinando tecniche di spettrometria di massa, strumenti statistici e machine learning, è stato possibile costruire un classificatore in grado di identificare con elevati parametri di accuratezza, specificità e selettività le origini di sette tipi di miele monofloreali: acacia, castagno, agrumi, tiglio, rododendro, girasole e tarassaco.

La metodica sviluppata dall’IZSVe si basa invece sull’acquisizione dei composti volatili rilasciati dal miele. Dopo l’apertura di un vasetto, gli aromi sprigionati dal miele vengono catturati attraverso una particolare tecnica, chiamata spettrometria di massa ad alta risoluzione con ionizzazione a scarica di barriera dielettrica (DBDI-HRMS). Questa tecnica ha permesso di identificare le molecole volatili che caratterizzano distintamente l’origine botanica dei sette tipi di miele monoflorale esaminati: acacia, castagno, agrumi, tiglio, rododendro, girasole e tarassaco.

Combinando DBDI-HRMS con strumenti statistici è stato possibile individuare le caratteristiche aromatiche più informative di ciascuna origine botanica. È stato inoltre possibile costruire un classificatore in grado di identificare correttamente le origini floreali dei mieli utilizzando metodi di machine learning, raggiungendo un’accuratezza, specificità e sensibilità del 100%. Il metodo è stato poi validato con un data set di campioni indipendenti, testato con un operatore inesperto, ottenendo anche in questo caso elevati parametri di accuratezza, specificità e selettività.

Sono stati analizzati un totale di 112 mieli monoflorali raccolti nel 2022 in Italia. La maggior parte dei mieli utilizzati per costruire e validare il metodo sono stati raccolti durante il concorso nazionale “Tre Gocce d’Oro”, organizzato dall’Osservatorio Nazionale Miele, l’ente nazionale di sostegno al settore dell’apicoltura. L’Osservatorio, in fase di concorso, aveva verificato l’origine botanica di ciascun miele oggetto dello studio mediante analisi sensoriale e valutazione chimico-fisica.

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* Sottoprogramma apicolo nazionale n. 0628067 “Ripartizione delle somme assegnate per l’esecuzione del Sottoprogramma nazionale del Piano apistico nazionale e relativo bando per l’accesso ai finanziamenti per l’annualità 2024”