Ridurre la proporzione di allevamenti di ovaiole infettati da determinati tipi di Salmonella potrebbe contribuire a dimezzare il numero di casi di salmonellosi collegati a consumo di uova nell’UE. È questa la conclusione a cui sono giunti gli esperti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) in un report appena pubblicato. Secondo gli esperti, portare l’attuale obiettivo di allevamenti infetti dal 2% all’1%, farebbe diminuire del 50% i casi di salmonellosi causati dal consumo di uova contaminate.
L’obiettivo dell’1% è attualmente in vigore per i riproduttori per cinque sierotipi di Salmonella, rilevanti per la salute umana. L’EFSA raccomanda di mantenere l’obiettivo attuale per tre di questi sierotipi e di sostituire gli altri due con sierotipi che siano maggiormente di rilievo per la salute pubblica.
“Gli obiettivi di riduzione delle salmonelle sono stati stabiliti a livello europeo molti anni fa” afferma Antonia Ricci, direttore sanitario dell’IZSVe e componente del Gruppo di lavoro che ha redatto l’Opinione scientifica, “e quindi è sicuramente opportuno rivederli sulla base della nuova situazione epidemiologica, mutata anche in seguito all’applicazione dei piani nazionali di controllo. Questa opinione dell’EFSA riporta come, da un punto di vista scientifico, l’applicazione di misure più stringenti nel pollame porterebbe ad una riduzione proporzionalmente significativa nel numero di casi correlati al consumo di prodotti di origine avicola. L’eventuale emanazione di nuovi obiettivi sarà stabilita dalla Commissione Europea e dai Paesi Membri, che dovranno considerare, in un’ottica di analisi costo-beneficio, anche la notevole riduzione nella prevalenza nel pollame ottenuta nell’ultimo decennio in tutta Europa – e quindi nel numero assoluto di casi correlati – e l’aumento proporzionale di casi derivanti da altri serbatoi animali e non animali”.
Il gruppo di lavoro ha valutato anche il ruolo svolto dai sistemi di allevamento delle galline ovaiole, concludendo che la presenza di Salmonella è inferiore nelle galline allevate con sistemi alternativi rispetto ai sistemi che fanno uso di gabbie. Tuttavia, ulteriori evidenze scientifiche dovranno chiarirne i motivi.
Dopo una costante diminuzione dei casi umani di salmonellosi nella UE, negli ultimi cinque anni la tendenza si è arrestata. La salmonellosi rimane la seconda malattia di origine alimentare più comune nell’UE dopo la campilobatteriosi, con 91.662 casi notificati nell’uomo nel 2017.
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