L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) hanno pubblicato un rapid outbreak assessment congiunto relativamente a tre distinti cluster di Salmonella Enteritidis ST11 correlati al consumo di carne di pollo e a prodotti derivati. I cluster sono stati segnalati nel periodo gennaio-ottobre 2023 e hanno coinvolto complessivamente 14 paesi dell’area europea, il Regno Unito (UK) e gli Stati Uniti (USA), facendo registrare 335 casi umani, di cui 9 ospedalizzati e un decesso.
“Dall’assessment pubblicato risulta evidente l’efficacia del sistema ‘One Health’ di sorveglianza integrata coordinata da EFSA e ECDC nel contesto di complessi focolai multistato come quelli descritti – spiega Lisa Barco, direttrice del Centro di referenza nazionale per le salmonellosi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe). “Inoltre, da tale analisi emerge il ruolo prioritario della sorveglianza genomica degli isolati batterici nell’indagine di focolai complessi come quelli qui descritti. Altro aspetto rilevante, che scaturisce da questa valutazione è la complessità di alcune filiere produttive, dove il contributo di numerosissimi attori, che si inseriscono in molteplici fasi del processo, complica in maniera esponenziale l’identificazione delle fonti primarie nelle casistiche come quelle descritte.”
Tre cluster multistato
In breve, il cluster 1 è stato segnalato dalla Danimarca il 1 giugno 2023 e complessivamente ha interessato 66 casi umani, tra cui una persona deceduta dopo aver consumato un pasto in un ristorante kebab in Austria. Il cluster 2 è stato nuovamente segnalato dalla Danimarca il 27 giugno ed è stato attribuito ad un isolato di S. Enteritidis ST11 differente dal punto di vista genetico rispetto al ceppo responsabile del cluster 1. Il cluster 2, allo stato attuale è quello più esteso in quanto ha interessato complessivamente 192 casi, distribuiti in 12 paesi fra UE, UK e USA. Due dei casi umani del cluster 2 sono stati notificati dall’Italia e uno di questi è stato ospedalizzato. In entrambi i casi le persone hanno riferito di aver consumato carne di pollo, uno dei due avrebbe mangiato kebab di pollo. Infine, l’Austria il 1 agosto ha notificato il cluster 3, che ha interessato complessivamente 77 casi.
Tutti e tre i cluster hanno riguardato molteplici paesi e gli approfondimenti condotti sui pazienti intervistati hanno spesso riportato il consumo di carne di pollo in varie forme, frequentemente kebab. Dagli approfondimenti condotti in relazione alle fonti di esposizione e dalle indagini e ispezioni condotte nei diversi contesti è stato possibile identificare dieci prodotti alimentari tutti a base di carne di pollo, da parte di Austria, Danimarca ed Italia, e otto produttori finali (sette in Polonia e uno in Austria). In nessuna delle aziende oggetto del trace-back, e sottoposte ad approfondimenti, sono stati riscontrati i ceppi di Salmonella oggetto dei cluster.
Evidenze epidemiologiche e ipotesi
I link epidemiologici identificati suggeriscono che ci possano essere dei punti comuni in termini di fonti o di punti di contaminazione tra i diversi eventi riportati. Tuttavia, la mancanza di evidenze microbiologiche e di un’esaustiva panoramica in termini di tracciabilità dei prodotti coinvolti non permettono di arrivare a conclusioni circa i produttori finali di kebab e di prodotti a base di pollo, così come per i loro fornitori; allo stesso modo non è stato possibile arrivare a considerazioni conclusive in relazione alle effettive fonti dei tre cluster e all’eventuale coinvolgimento di altri produttori.
Le evidenze epidemiologiche raccolte suggeriscono che, almeno in alcuni dei contesti indagati, le contaminazioni siano avvenute prima che i prodotti abbiano lasciato i siti di produzione. Questi dati indicano che probabilmente sono avvenute contaminazioni multiple lungo la filiera di produzione dei diversi prodotti.
Tutte le informazioni raccolte fino a questo momento lasciano supporre che la fonte di infezione siano il kebab e altri prodotti a base di carne di pollo. Tuttavia, le informazione di tracciabilità per questi prodotti sono molto articolate e non spiegano parte dei casi identificati. Pertanto sono necessari approfondimenti ulteriori. Solo dopo aver identificato puntualmente le fonti e i punti di contaminazione sarà possibile mettere in atto le misure correttive necessarie. Finché l’intero quadro epidemiologico non sarà chiarito non si può escludere la possibilità di nuovi casi.
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