La situazione relativa all’influenza aviaria continua ad evolvere in Europa e nel mondo, con nuovi focolai segnalati negli uccelli e occasionali infezioni nei mammiferi. Infezioni umane sporadiche sono state segnalate al di fuori dell’UE, dove il rischio per la popolazione rimane basso, secondo l’ultimo report sull’influenza aviaria dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e del Laboratorio di referenza europeo per l’influenza aviaria (EURL) presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.
I virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) hanno causato un aumento dei casi negli uccelli selvatici, in particolare nei gabbiani, nell’UE e sporadiche ma continue infezioni nei mammiferi. Il numero di focolai nel pollame tra dicembre 2022 e marzo 2023 nell’UE è diminuito rispetto al picco raggiunto nel novembre 2022. Una mortalità di massa anomala nei gabbiani è stata osservata in paesi come Francia, Belgio, Paesi Bassi e Italia. Il rischio di infezione nel pollame potrebbe aumentare nei prossimi mesi man mano che i gabbiani si spostano verso l’entroterra, con la possibilità che raggiungano aree di produzione avicola. Strategie di prevenzione efficaci dovrebbero essere attuate in queste aree.
Sorveglianza dei mammiferi suscettibili
Mutazioni associate all’adattamento genetico ai mammiferi sono state rilevate in alcuni dei virus circolanti sia nei mammiferi sia negli uccelli. Inoltre, i recenti eventi di mortalità di massa in mammiferi come i leoni marini suggeriscono una potenziale trasmissione del virus HPAI tra mammiferi. In questo contesto, gli scienziati dell’EFSA e dell’EURL raccomandano di estendere e rafforzare la sorveglianza nei mammiferi selvatici e d’allevamento, in particolare visoni e maiali, nelle aree a rischio in cui è presente l’HPAI.
Basso rischio per la popolazione generale
Sebbene siano state segnalate sporadiche infezioni di influenza aviaria nell’uomo, che possono causare malattie gravi ed avere esiti fatali, le infezioni umane rimangono un evento raro. La maggior parte delle gravi infezioni umane segnalate di recente da paesi al di fuori dell’UE sono state correlate all’esposizione non protetta a pollame malato e morto, in particolare negli allevamenti familiari o rurali.
I virus circolanti si legano preferibilmente ai recettori di tipo aviario presenti negli uccelli e non ai recettori di tipo umano, e sono suscettibili agli antivirali. Il rischio per la popolazione generale in Europa è valutato come basso, e da basso a moderato per i lavoratori e altre persone a contatto con uccelli e mammiferi potenzialmente infetti e morti.
L’ECDC, l’EFSA e l’EURL raccomandano l’uso appropriato dei dispositivi di protezione individuale in caso di contatto con i volatili. Le persone esposte a uccelli o mammiferi infetti dovrebbero essere sottoposte a test diagnostici e successivo monitoraggio, al fine di identificare tempestivamente potenziali casi di trasmissione.